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FIRENZE ENOLETTERARIA: UN ITINERARIO PER LA STAMPA STRANIERA TRA VINO E LETTERATURA

Vi portiamo con noi tra le vie del capoluogo toscano, in un tour ideato con l’obiettivo di offrire una prospettiva diversa sul patrimonio vinicolo e culturale della città

Scrigno di tesori artistici e architettonici e culla del Rinascimento, Firenze è senza dubbio una delle città italiane più amate e più conosciute dagli stranieri. Un luogo che nei secoli ha saputo conquistare il cuore di poeti, scrittori e pittori che hanno scelto il capoluogo toscano come loro residenza.

Un fascino che è rimasto immutato nel tempo e che tuttora riesce ad attrarre migliaia di persone ogni anno, incantate dal patrimonio culturale della città fiorentina. Ma non solo di arte vive Firenze, nota in tutto il mondo anche per le sue tradizioni enogastronomiche. I vini figli delle colline e delle campagne toscane sono infatti ambasciatori della tavola italiana in tutto il mondo.

Con l’obiettivo di far conoscere alla stampa straniera, in particolare ai giornalisti americani, i vini e i luoghi in cui questi nascono, abbiamo ideato un tour eno-letterario di Firenze. L’obiettivo era offrire una prospettiva diversa sul patrimonio letterario e vinicolo della città, combinando approfondimenti storici con un’esperienza unica.

La ricerca si è basata su fonti storiche e letterarie, che ci hanno permesso di creare un itinerario capace di collegare ogni tappa significativa a un autore e a un vino specifici. La selezione è stata studiata nei minimi dettagli, prendendo in considerazione il movimento letterario, il periodo storico in cui visse l’autore/autrice, il suo stile o eventi biografici chiave. Tra gli scrittori protagonisti del tour figurano Dante, Shakespeare, Elizabeth Barrett Browning e Percy Shelley, con ogni vino scelto per rafforzare la narrazione e l’identità artistica di ciascuno.

Per arricchire ulteriormente l’esperienza, abbiamo creato una mappa dettagliata dei luoghi visitati e un opuscolo informativo per spiegare il legame tra ogni scrittore e il luogo/vino corrispondente. L’entusiasmo dei giornalisti e il loro stupore nel confrontarsi con un approccio così innovativo hanno confermato il valore del progetto.

Questa iniziativa ha ribadito la nostra convinzione che il modo più efficace per comunicare il vino sia intrecciarlo a una narrazione culturale più ampia, capace di coinvolgere non solo a livello sensoriale, ma anche intellettuale ed emotivo.

Ora però, calice alla mano, è tempo di seguire le tracce degli autori tra le vie di Firenze!

Ora però, calice alla mano, è tempo di seguire le tracce degli autori tra le vie di Firenze!

Il nostro tour ha preso il via dalla Basilica di Santa Maria Novella, fondata dai monaci dell’Ordine Domenicano nella prima metà del XIII secolo e divenuta uno dei luoghi di maggiore interesse religioso e artistico in Italia. Durante il Rinascimento, artisti come Giotto, Brunelleschi, Masaccio, Michelangelo, Ghirlandaio, Botticelli e Vasari contribuirono alla sua decorazione.

È proprio da qui che ha inizio la narrazione del Decameron, il capolavoro di Giovanni Boccaccio. L’opera, tra le più importanti della letteratura italiana, racconta di dieci giovani che nel 1348 fuggono da Firenze, colpita dalla peste, rifugiandosi nelle colline circostanti. Qui trascorrono le giornate passeggiando, chiacchierando, ballando, cantando e, soprattutto, raccontandosi storie.

Il vino scelto per descrivere il Decameron alla stampa statunitense è il Chianti Rùfina, che nasce sulle colline a nord-est di Firenze, le stesse scelte dai protagonisti delle vicende narrate da Boccaccio.

La seconda tappa del nostro tour è un altro luogo sacro, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, una delle chiese più grandi al mondo. Misura 153 metri di lunghezza, 90 metri di larghezza e 90 metri di altezza fino alla base della lanterna della cupola. Il nome del Duomo allude sia al nome della città, Florentia (“città dei fiori”), sia al suo simbolo, il giglio fiorentino.

Firenze è anche lo sfondo della commedia di Shakespeare Tutto è bene quel che finisce bene. Durante l’epoca elisabettiana, l’Italia era considerata “la terra del cuore” per gli inglesi, per la sua libertà, vivacità culturale e clima ideale.

E come le commedie brillanti e affilate di Shakespeare, il Brunello di Montalcino è un vino potente, con grandi aromi fruttati, tannini robusti e spiccata acidità. Entrambi migliorano con il tempo: Shakespeare è sempre attuale, il Brunello si esprime al meglio nel corso degli anni.

Piazza della Signoria è il centro della vita politica fiorentina fin dal XIV secolo. Qui sorge Palazzo Vecchio, testimone di eventi storici come il rogo delle vanità di Savonarola e il ritorno dei Medici nel 1530.

Ed è sulle vicende degli esponenti di spicco della vita fiorentina che Dante Alighieri, padre della lingua e della letteratura italiana, scrisse la sua opera principale, la Divina Commedia.

Nel Purgatorio XXV, Dante usa il vino in una metafora: “Guarda il calor del sol che si fa vino, / giunto all’omor che della vite cola.”
(“Guarda il calore del sole che diventa vino, / unito alla linfa che scorre nella vite.”). L’unico vino citato esplicitamente da Dante, però, è la Vernaccia di San Gimignano, nel Purgatorio XXIV. Già apprezzato ai tempi del Sommo Poeta, è un bianco secco e minerale, con note di limone, fiori di melo e pera. Simboleggia il viaggio di Dante dagli inferi al paradiso: un crescendo di sapori, proprio come la sua ascesa alla beatitudine.

Il tour fiorentino prosegue nel quartiere dell’Oltrarno, vicino a Palazzo Pitti, dove si trova Casa Guidi, l'ex residenza della poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning e di suo marito, il poeta Robert Browning.

Elizabeth, una delle più grandi poetesse dell'epoca vittoriana, si trasferì qui nel 1847.
Abbiamo accompagnato la lettura dei suoi versi con il Vino Nobile di Montepulciano, un sorso elegante e raffinato, ma con carattere e profondità. Le sue note di ciliegia matura, prugna e spezie ricordano la passione della poetessa per l’Italia e il suo amore per la vita.

Il nostro tour letterario si è concluso al Giardino di Boboli di Palazzo Pitti, uno dei più magnifici esempi di giardino all’italiana. Commissionati dai Medici, questi spazi verdi furono fonte di ispirazione per molti scrittori e artisti.

Tra questi vi fu Percy Bysshe Shelley, noto per la sua poesia romantica e la sua vita bohémienne con la moglie Mary Shelley, autrice di Frankenstein.

Shelley amava la natura e scrisse alcune delle sue più belle poesie, come Ode al vento dell’ovest, ispirandosi ai paesaggi toscani.

Alle sue opere abbiamo accompagnato il Vin Santo, dal sorso dolce e avvolgente, perfetto per accompagnare il senso di mistero e romanticismo che circonda la vita e le opere dei Shelley. Con il suo sapore ricco di miele, albicocca e mandorla, rappresenta la dolce malinconia della poesia romantica.

Tullia Mantella

 

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