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LE FASI DI VITA DEL PROGETTO SPIEGATE CON LA PIZZA

Studio Cru compie quest’anno 16 anni, un arco temporale che ha visto crescere nel tempo il numero di clienti, reparti, collaboratori e collaboratrici, progetti e impegni. Una crescita che, per essere gestita al meglio, necessita di una sempre maggiore pianificazione e organizzazione. È qui che si inserisce la necessità di acquisire e consolidare competenze di Project Management.

Possiamo definire il Project Management come l’applicazione di conoscenze, capacità, strumenti e tecniche che permettono di impostare al meglio un progetto al fine di raggiungere un particolare risultato.

Saper sezionare un progetto in diverse parti, programmando e portando a termine ciascuna fase nei costi e tempi prefissati, per conseguire un dato obiettivo è proprio il compito del Project Manager.

Ma visto che parlare di Project Management potrebbe essere accattivante come no, astratto come no, una cosa che interessa tutti e tutte, ed è estremamente concreta, è la pizza.

Quindi usiamola per capirci meglio.

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1. CONCEZIONE E AVVIAMENTO

Iniziamo con il porci qualche domanda:
– Che ingredienti ci servono per la nostra pizza?
– Chi ce l’ha richiesta?
– Quante persone dobbiamo sfamare?
– Quanti soldi abbiamo a disposizione per la spesa?
– In che contesto prevediamo di servirla?
– Quanto tempo e quali spazi ci servono per realizzare il tutto?

Concordate con noi che preparare una pizza srotolando la pasta prelevata dal banco frigo, schiaffandoci sopra della passata condita e qualche straccetto di mozzarella, è ben diverso dal creare il lievitato con gli alveoli perfetti da presentare al concorso per la migliore pizza d’Italia. Che sia il primo o il secondo caso dobbiamo comunque organizzare tutte le informazioni in nostro possesso.

In primo luogo capiamo la nostra finalità: si tratta di un’iniziativa estemporanea o c’è un piano più grande sotto e, se la risposta è la seconda, il progetto è coerente con i nostri obiettivi (che nel linguaggio specifico definiamo S.M.A.R.T.) a breve e a lungo termine?

Cioé: facciamo la pizza perché è un modo sfizioso per non buttare via gli avanzi di verdure dimenticati in frigo oppure stiamo organizzando una pizzata per trenta persone?

Proseguiamo mappando tutti i soggetti coinvolti, definiamo il loro ruolo, il rispettivo livello di influenza e di interesse. Capiamo quanto spesso e con quale precisione è bene aggiornarli sullo stato di avanzamento lavori.

Cioé: nel caso di coinquilini che si dividono le utenze, siamo sicuri di infornare teglie su teglie di pizza e invitare tutte le sere amici a casa, comunicandolo all’ultimo al compagno di appartamento, in un inverno come quello del 2022-2023? Potrebbero esserci ritorsioni?

Ipotizziamo quindi un budget di spesa totale, quante e quali risorse sono viste come necessarie o migliorative, lo sottoponiamo ai committenti e agli altri soggetti d’interesse coinvolti.

Cioé: sempre nel caso dei coinquilini, programmate insieme l’acquisto di sedie pieghevoli per gli amici, concordate il numero massimo di serate-pizza mensili. Oppure vivete in una reggia e decidete di assoldare anche un esperto in mixology che proponga abbinamenti pazzeschi gin-pizza.

2. PIANIFICAZIONE

È il momento di declinare la visione strategica in un assetto operativo.

Componiamo la squadra di lavoro dividendo le singole task e responsabilità in base alle competenze, alla disponibilità e al livello di coinvolgimento di ciascun membro.
Prevediamo eventuali rischi e cambiamenti.
Definiamo gli strumenti e le modalità utili a comunicare all’interno del gruppo di lavoro e con i soggetti d’interesse esterni.

Immaginiamo una pizzata-compleanno con una trentina di amici in giardino:

– Segniamo in calendario la data
– Scriviamo la lista della spesa
– Creiamo un gruppo whatsapp per gli organizzatori e preferiamo la lista broadcast per gli invitati
– Programmiamo il ritiro delle sedie e dei tavoli dal magazzino della sagra patronale
– Pensiamo a un piano B in caso di brutto tempo
– Chi fa cosa?

3. OPERATIVITÀ

Finalmente mettiamo le mani in pasta.
Ogni membro del gruppo di lavoro prende in carico i propri compiti e si impegna a portarli a termine nei tempi e nei modi stabiliti, così da mettere gli altri nella condizione di fare lo stesso.

Cioé: rimanendo sull’esempio della pizzata-compleanno, ipotizziamo sia una festa a sorpresa. Il gruppo di amici organizzatori si dividono le varie incombenze in base alla predisposizione di ciascuno. Paola, precisa e affidabile, andrà a fare la spesa; Giuseppe, guru della panificazione, darà sfoggio a tutta la sua arte culinaria; Davide, invece, metterà a disposizione la sua cucina super accessoriata e via dicendo.

Stabiliamo anche chi avrà il compito di assicurarsi che tutto proceda al meglio, gestendo eventuali intoppi, mancanze di risposte, di risorse, di tempo.

Cioè: Giorgia, la sorella del festeggiato, mandando gli inviti rileva che due delle trenta persone invitate sono celiache e, monitorando il meteo, scopre che la sera della festa sono previsti 9 mm di pioggia. Avvisa Paola e Giuseppe delle esigenze alimentari e si farà dare una mano dai genitori nel riordinare la taverna in vista del brutto tempo.

È importante mantenere informate tutte le persone coinvolte nel progetto, nella misura che ciascun ruolo richiede, affinché tutti e tutte siano allineati e motivati a portarlo a termine.

Per evitare che il progetto naufraghi o esondi al di fuori dei confini e delle possibilità che avevamo definito in fase di pianificazione possiamo utilizzare, ad esempio, il modello a Triplo Vincolo. Si tratta di una configurazione che ci permette di stabilire, ed eventualmente riequilibrare, il trinomio obiettivo-costi-tempi.

Cioè: se il discount è chiuso per manutenzione dell’impianto elettrico e Paola si vede costretta a fare la spesa all’Esselunga, per mantenere la qualità della pizza e rimanere dentro al budget concorderà con Giuseppe un numero minore di condimenti.

4. CHIUSURA

Si è scatenato il diluvio universale ma la festa è andata alla grande.
È il momento di verificare che tutto ciò che bisognava fare sia stato portato a termine.

Per farlo, poniamoci qualche altra domanda:
– L’obiettivo è stato raggiunto? In che misura?
– Tutti i soggetti interessati sanno della chiusura del progetto e del risultato?

– Sono stati saldati tutti i conti?
– Abbiamo restituito il materiale preso in prestito o noleggiato?
– Siamo soddisfatti???

Cioè: il festeggiato è stato realmente sorpreso? La pizza era cotta? Gli invitati sono stati sfamati a dovere, anche i celiaci? Paola è stata rimborsata dei soldi anticipati per la spesa? Le sedie sono tornate nel magazzino della sagra? I vicini di casa hanno chiamato il carro attrezzi perché ignari dell’invasione di auto nel vialetto comune?

Facciamo un debriefing, detto anche confronto post evento, per discutere di cosa è filato liscio e cosa, invece, poteva andare meglio. Elaboriamo una documentazione relativa alla chiusura di progetto, nella quale raccogliere riscontri e risultati ottenuti. Infine consegniamola a chi ci ha commissionato il progetto.

E infine sì, diamoci una bella pacca sulla spalla, facciamoci un applauso e addentiamola sta benedetta pizza.

Giulia Tirapelle

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