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COME DEGUSTARE UN PODCAST

Mattino, interno auto: accendiamo il motore, attiviamo il bluetooth, premiamo play sul nostro podcast preferito e diamo il calcio d’inizio alla giornata.

Sempre più persone eseguono, nell’ordine, queste azioni. Il podcast è uno strumento che ogni giorno ci accompagna mentre facciamo dell’altro: una voce che giorno dopo giorno diventa famigliare e che ci tiene compagnia mentre stiamo andando al lavoro, mentre facciamo sport, mentre cuciniamo, etc. Non si tratta di un semplice file audio ma di un vero e proprio contenuto sui più svariati temi: dal true crime al fitness, dalla storia all’attualità, dalla letteratura alla scienza. Un mezzo di comunicazione sempre più potente e sempre più seguito, in grado, tra le altre cose, di raccontare un’azienda in termini diversi rispetto ai media tradizionali.

Ma andiamo con ordine: quelli che troverete di seguito non sono i segreti su come realizzare un podcast di successo, e neppure un lungo elenco dei più interessanti per chi si occupa di vino. Ciò che vogliamo fare qui è dare qualche spunto per capire se il podcast può essere uno strumento utile per un’azienda vitivinicola o per un Consorzio. Lo faremo in pieno stile Cru, ovvero seguendo lo schema tradizionale di degustazione di un vino. D’altra parte, se abbiamo spiegato la genesi di un progetto attraverso le fasi di pianificazione di una pizza tra amici, non possiamo tirarci indietro quando si tratta analizzare un podcast come se fossimo a un wine tasting. Pronti? Riempiamo i calici e premiamo play.

 

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INTRODUZIONE

Perché pensare a un podcast come strumento di comunicazione per il mondo del vino? È presto detto:
1. Sempre più persone si avvicinano a questo strumento: una ricerca NielsenIQ (NIQ) per Audible (link da inserire: https://www.audible.it/blog/dati-ascolto-podcast) svela che quasi 1 italiano su 3 ha ascoltato un podcast o un audiolibro nell’ultimo anno, e che dal 2022 gli ascoltatori sono aumentati di circa un milione. Nel 2023 sono 16,4 milioni gli italiani che, almeno una volta in un anno, hanno ascoltato un podcast (+7% dal 2022).

2. Si tratta di uno dei mezzi più potenti per quel che riguarda l’intimacy: l’ascoltatore si lascia guidare dalla voce narrante, immagina le scene, crea un legame forte tra ciò che sente e il suo bagaglio personale. Non solo: il podcast, come abbiamo detto, lo si ascolta soprattutto mentre si sta facendo dell’altro, entrando nella nostra quotidianità.
3. Anche la retention, come l’intimacy, è molto alta: chi ascolta la puntata di un podcast, generalmente, va fino in fondo e prosegue anche con le successive. In questo modo si rafforza ancora di più il legame tra chi parla e chi sta dall’altra parte dello schermo del dispositivo.

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ESAME VISIVO: COPERTINA, TITOLO E SINOSSI

Se è vero che il podcast si ascolta, e finché non iniziamo non sapremo con certezza che cosa ci aspetta, è altrettanto vero che, prima di tutto, lo si sceglie con gli occhi tra le centinaia di proposte pubblicate sulle diverse piattaforme (Spotify, Apple Podcast, Spreaker, solo per citarne alcune). Un po’ come quando analizziamo visivamente un vino e ci aspettiamo che il colore e la consistenza ci diano delle indicazioni su quanto poi coglieremo all’interno del calice.

È cruciale scegliere un’immagine di copertina efficace e pertinente rispetto ai contenuti che abbiamo deciso di affrontare nelle nostre puntate. La copertina è la nostra etichetta, il fattore che può determinare la scelta del nostro podcast/vino tra le centinaia di altre bottiglie sullo scaffale. Altrettanto fondamentale è scegliere un titolo accattivante che racconti in poche parole il tema affrontato. Per spiegare meglio il fil rouge che lega una puntata all’altra (e per l’ottimizzazione SEO) c’è la sinossi, dove possiamo entrare più nel dettaglio e dare maggiori informazioni all’ascoltatore.

Insomma, che si voglia produrre un podcast giallo paglierino, di facile beva e perfetto per un aperitivo estivo, oppure un rosso di struttura capace di accompagnare piatti dai sapori decisi, l’importante è che questo sia limpido fin dall’inizio, e per far sì che l’ascoltatore/consumatore ci scelga ancora, dobbiamo dare fin da subito tutte le informazioni utili.

 

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ESAME GUSTO-OLFATTIVO: I CONTENUTI

Ci siamo: abbiamo scelto e analizzato il colore e la consistenza del nostro racconto. Ora è tempo di tuffare il naso nel calice. Vediamo insieme le famiglie olfattive, ovvero i tipi di contenuti che potrebbero fare al caso nostro:

1. Advertising: possiamo inserire dei contenuti pubblicitari all’interno di un podcast. Gli ascoltatori generalmente non amano le interruzioni, ma sono comunque ricettivi e ci sarà una buona probabilità che si ricordino del nostro brand. Per l’attività di advertising sarebbe opportuno scegliere un podcast che tratti lo stesso argomento della nostra pubblicità: la nuova etichetta avrà così più possibilità di destare interesse se dall’altra parte c’è qualcuno che sta ascoltando una puntata su come è nato il Barolo, piuttosto che un ascoltatore concentrato nel conoscere i delitti più efferati nella Londra di epoca vittoriana.

2. Branded podcast: probabilmente il format che funziona di più per le aziende. Si tratta di podcast in cui il brand può essere presente in modi diversi: può venire citato all’interno della puntata, nel bel mezzo del racconto; oppure sostenere il podcast stesso, che come detto in precedenza dovrà essere pertinente con i valori aziendali, oltre che con il prodotto. Si tratta sicuramente del mezzo più efficace per aumentare la brand awarness, ovvero la conoscenza e la reputazione dell’azienda.

 

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VALUTAZIONE: FATTORI CHE PREMIANO UN PODCAST

La somma di tutto ciò che abbiamo detto si esprime in un punteggio, un numero che parla chiaro e che mette nero su bianco le nostre impressioni. Che cosa dobbiamo premiare quindi in un podcast?

1. Intimacy e retention: più creiamo un legame solido con l’ascoltatore, senza annoiarlo, più quest’ultimo probabilmente diventerà anche un nostro consumatore;

2. Pertinenza: abbiamo sottolineato più volte quanto sia importante scegliere un tema adatto al nostro universo di riferimento. Lo scopo è tenere agganciati gli ascoltatori, già potenzialmente interessati agli argomenti proposti;

3. Qualità dei contenuti: gli ascoltatori hanno sete di conoscenza, ci ascolteranno se abbiamo qualcosa di nuovo da raccontare. Guidiamoli passo passo verso la nostra realtà, alla scoperta del nostro vino, del territorio e dell’eccellenza della nostra cucina.

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CONSIDERAZIONI PER ORGANIZZARE UNA DEGUSTAZIONE

Orizzontale o verticale? A noi la scelta: se optiamo per una degustazione/serie orizzontale possiamo degustare vini/episodi diversi e autoconclusivi, mentre per la verticale ogni annata/puntata deve essere legata alla successiva, tenendo sospeso l’ascoltatore di volta in volta, di calice in calice.

Un’altra considerazione importante per quel che riguarda l’universo dei podcast è che le puntate non scadono: a differenza di altri contenuti come post o video, si tratta di un mezzo che possiamo tranquillamente lasciare in cantina e stappare dopo un po’. Chissà, magari un lungo affinamento potrebbe anche regalarci nuove, inedite note.

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ALCUNI CONSIGLI SU CHI ASCOLTARE

Lady Vino, di Laura Donadoni

Metanolo, una produzione Will Media e Boats Sound
Italian Wine Podcast, di Stevie Kim
Vino sul Divano, di Jacopo Cossater

Wine for Normal People di Elizabeth Schneider
X Chateau Wine Podcast di Robert Vernick e Peter Yeung
The Black Wine Guy Experience di MJ Towler

Chiara Brunato

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